2015, l’anno della sinergia

E7 307x181 20150108Sistemi, infrastrutture e perché no, intelletti. Online l’ultimo numero di e7

e7 apre il 2015, festeggiando il 60° numero, con una mini inchiesta su è giù per il globo. Ci chiediamo quali saranno i trend in ambito energetico, uso delle risorse e sviluppi futuri del mercato. In questo numero quindi una raccolta di scenari con: Unido, World Energy Council, Europa, USA, Iran, Israele, Turchia, Australia, Brasile, Messico.

Il quadro che emerge è abbastanza allineato verso gli obiettivi europei di decabornizzazione, crescita dell’efficienza nei processi, integrazione e sviluppo delle rinnovabili; il tutto senza staccarsi, per chi può e ne ha sul territorio, dalle risorse fossili, convenzionali o meno. Poco presenti i paesi asiatici di cui comunque sappiamo come in grande percentuale stiano lavorando a carbone, pensiamo alla Cina, o all’esportazione di rinnovabili programmabili, mi riferisco a Indonesia e Malesia grandi esportatrici del tanto discusso olio di palma.

Nella gestione dell’energia, risorsa per eccellenza di un paese, stiamo seguendo trend abbastanza condivisi, ma nessuna nazione riesce ad ottenere uno sviluppo tecnologico veloce, come richiederebbero tecnologia e immaginazione umana, rallentata dalle forche caudine di politica e infrastrutture. Tale fatto mi ha sorpreso già questa estate, in occasione dell’incontro biennale del CIGRE, tenutosi a Parigi (vedi e7 n°44 del 10 settembre 2014). Tutti gli Stati presenti lamentavano problemi con il bilanciamento della rete da fonti rinnovabili non programmabili, affannandosi verso tecnologie di storage più o meno convenzionali, tentando di gestire grid smart e con infrastrutture di trasmissione elettriche e di dati ben poco veloci, capienti o intelligenti, una volta testate su casi reali.

Per fare un passo in più, quindi non stupisce che la parola d’ordine emersa dagli ultimi giorni del 2014, anche in occasione della Set Plan Conference (vedi e7 n°58 del 17 dicembre 2014), svoltasi a Roma per il semestre di presidenza italiana in Europa, sia sinergia. Sì perché come spesso accade quando c’è tanta innovazione, i diversi settori impiegano del tempo per capire cosa, come e dove può arrivare una certa tecnologia, per poi non riuscire a svilupparla in modo sinergico con i diversi settori da essa coinvolti.

Tutto ciò con la smart city, sarà superato, anzi parlerei di city estendendomi oltre il concetto di città europea e ragionando piuttosto in ‘regioni territoriali’, è questo difatti lo spazio minimo necessario affinché un simile nucleo ottimizzi il suo potenziale. Un’interoperabilità, quindi, non solo di linguaggio su un settore specifico, ma tra i diversi aspetti che lo costituiscono. Proprio per evitare che da una smart city si arrivi ad una Babele senza capo ne coda, il 2015 dovrà essere l’anno della sinergia. Su e7 già da tempo parliamo di rete idrica come di rete energetica, di big data, mobilità, tecnologia, ICT e IT, proprio perché consideriamo il nostro ruolo di informazione come strumento di collegamento sinergico per le innovazioni tra diversi mondi paralleli che, sappiamo, possono darsi molto incontrandosi un po’ di più.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.