Inquinamento atmosferico, la Commissione Europea esorta l’Italia a intervenire contro le emissioni di PM10

InquinamentoUn “ultimo avvertimento” per esortare l’Italia ad adottare azioni appropriate contro l’emissione di PM10 per garantire una buona qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica.

L’esortazione della Commissione Europea 

E’ il messaggio rivolto dalla Commissione Europea al nostro Paese, in cui l’inquinamento da PM10  – legato principalmente al consumo di energia elettrica, al riscaldamento, ai trasporti, all’industria e all’agricoltura ed – è responsabile di più di 66 000 morti premature, secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). Un dato che ci rende  lo Stato membro più colpito in termini di mortalità connessa al particolato. 

In particolare la Commissione, nel lanciare il suo avvertimento, si riferisce a 30 zone di qualità dell’aria in tutto il territorio italiano in cui dal 1° gennaio 2005, data dell’entrata in vigore dei valori limite giornalieri di polveri sottili in sospensione (PM10), si sono registrati dei superamenti.   Sulla questione era già intervenuta la Corte di giustizia dell’Unione Europea con una sentenza (cfr. sentenza della Corte di giustizia del 19 dicembre 2012, C-68/11) in cui il nostro Paese era stato ritenuto “responsabile della violazione della legislazione UE pertinente per gli anni 2006 e 2007”. 

Le 30 zone interessate 

Andando più nello specifico, per quanto riguarda il valore limite giornaliero le 30 zone interessate si trovano in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia.  Se si prende in considerazione il superamento del valore limite annuale troviamo invece  9 zone interessate: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio).Tutti gli Stati dell’UE devono adottare e attuare dei piani per garantire la qualità dell’aria con misure volte ad rimediare alla problematica nel più breve tempo possibile, ma “le misure legislative e amministrative finora adottate dall’Italia non sono bastate a risolvere il problema”, si legge in una nota.

Precedentemente c’era stata un’ulteriore lettera di costituzione in mora inviata all’Italia nel giugno 2016. Ora se il nostro Paese non si attiverà entro due mesi, si legge in nota, “la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE”. Attualmente sono 16 gli Stati membri nei confronti dei quali la Commissione ha avviato delle procedure di infrazione per livelli eccessivi di particolato PM10: Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. In due casi, ovvero per la Bulgaria e la Polonia, è stata adita la Corte di giustizia dell’Unione europea. 

La replica del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti

Risponderemo alla lettera della Commissione Europea sullo smog nelle città italiane illustrando nel dettaglio tutto ciò che il nostro Paese sta facendo per superare strutturalmente l’emergenza smog”, ha affermato in nota stampa Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente, perché “a preoccuparci non è la prospettiva di una sanzione europea, ma innanzitutto il rischio che corrono la salute dei cittadini e la qualità dell’ambiente. Il Ministro ha parlato del lavoro finora portato avanti riguardo “la questione dei superamenti nei livelli di inquinanti nelle nostre città del bacino padano, ma anche di altre aree italiane” citando l’accordo “già definito con le Regioni padane per l’implementazione di nuovi interventi concordati e coordinati” il quale sarà “siglato in giugno in occasione del G7 Ambiente a Bologna”.

 

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